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5 Febbraio 2021

Modica per i fan di Montalbano e la buona cucina

Una delle città turisticamente più vivaci della provincia iblea mette d’accordo sia i fan di Montalbano che gli amanti del cioccolato e della buona cucina.
Il tessuto urbano, adagiato sui fianchi delle due vallate e sulla collina del Pizzo, è un intrigo di casette, viuzze e lunghe scale. La città si sviluppa su due livelli: Modica Alta, dove si trova la bellissima chiesa di San Giorgio, e Modica Bassa, con la cattedrale di San Pietro e Corso Umberto I. Ma Modica è sinonimo soprattutto di Cioccolato, buono, anzi buonissimo, per lussuriosi, lavorato a freddo con la “Pasta amara”. Tramandato di generazione in generazione non esiste altro luogo al mondo dove venga prodotto questo speciale tipo di cioccolato. Infatti tra le tante possibilità per la sua degustazione, consigliamo una puntatina alla più antica cioccolateria Bonaiuto.

• Duomo di San Giorgio: uno dei simboli del barocco siciliano, l’interno si compone di 5 navate suddivisi da colonne con capitelli corinzi. Inoltre di notevole pregio l’organo da 3000 canne, perfettamente funzionante, costruito nel tardo Ottocento. Ricca di tele e sculture di scuola gaginesca, all’interno è presente anche una meridiana solare ellittica. La scalinata che precede l’ingresso accresce la suggestione dell’architettura. Viene ripreso nella puntata della fiction “Gita a Tindari”.
• Duomo di San Pietro: di origine trecentesca, anche questa costruzione ecclesiastica fu ricostruita dopo il terremoto. La scalinata d’accesso presenta sui fianchi le statue dei 12 apostoli, la facciata è ornata dalle statue dei 4 santi su due ordini con il Cristo in Trionfo in alto. Decoratissimo anche l’interno, con il pavimento in marmi policromi, affreschi nella volta, statue marmoree del Laurana e in legno del palermitano Civiletti.

• Chiesa di S. Maria del Gesù: dichiarata Monumento Nazionale, conserva uno splendido chiostro in stile tardo gotico, unico esempio in Italia, con colonne differentemente decorate l’una dall’altra.
• Palazzo della Cultura e Museo Civico: conserva l’Ercole di Cafeo, risalente al III sec A.C., al piano terra ospita la Società Operaia del Mutuo Soccorso.
• Chiesa del Carmine: tra le poche architetture sopravvissute al terremoto, conserva il portico trecentesco, dichiarato monumento nazionale. Riporta tracce gotico chiaromontane e si presenta come meltin pot di stili, con sovrastrutture settecentesche in barocco siciliano. Di grande rilievo il gruppo scultoreo di Antonello Gagini raffigurante l’annunciazione e altre tele ed affreschi di grande pregio.

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